il Padre nostro
“PADRE NOSTRO” e “ROGATE”
Nella Preghiera del Signore la richiesta di Operai per la Messe
La migliore delle preghiere è certamente quella insegnataci dal Signore Gesù Cristo, cioè il Padre nostro. Però bisogna recitarlo prestando attenzione alle divine parole e alle richieste che in essa si contengono.
BREVE SPIEGAZIONE
Molte belle interpretazioni del Padre nostro si trovano in vari libri di devozione, ed è cosa buona prenderne cognizione e tenerle presenti pregando. Certamente conosciamo questa preghiera che qui brevemente spiego:
Sia santificato il tuo Nome, significa: Il tuo Nome, o Signore, sia conosciuto, amato e benedetto da tutti i
popoli.
Venga il tuo regno, significa: Signore, regna in noi con la tua grazia, escluso sempre il peccato.
Perdona a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori, significa: Signore, perdona le offese che ti abbiamo fatte, come noi perdoniamo quelli che ci hanno offesi. (Sublime insegnamento!)
Non ci fare cadere in tentazione, significa: Dacci aiuto, forza, o Signore, di non accondiscendere ai desideri della carne (che producono la morte dell’anima); né alle tentazioni del demonio che sempre ci odia, e occultamente ci spinge ai peccati di ogni specie!
Liberaci dal male, significa: Liberaci, o Signore, prima dal sommo male, che è il peccato, dalla perdizione eterna, che ne è la conseguenza, e poi anche dai mali di questa misera vita.
SINTESI DEL VANGELO
Tertulliano, che è stato il primo commentatore cristiano del “Padre nostro” con la sua De oratione, scritta alla fine del II secolo, affermava che questa preghiera insegnata da Gesù è il «breviarium totius evangelii – la sintesi di tutto il vangelo». Il “Padre nostro”, che è la preghiera per eccellenza, contiene “implicitamente” lo spirito di preghiera per i “buoni operai”, ma non lo contiene “esplicitamente”. Ora la preghiera per chiedere
i “buoni operai” fu comandata in modo “esplicito” da Gesù Cristo, il quale non si contentò di comandarci di chiedere la “santificazione del nome di Dio e la venuta del suo Regno”, ma per le sante vocazioni in modo “esplicito e chiaro” disse, anzi «diceva»: “Messis multa quidem Operarii autem pauci, rogate ergo Dominum messis ut mittat Operarios in messem suam” – “La messe è molta ma gli operai sono pochi, pregate dunque il Signore della messe perché mandi operai nella sua messe”» (Mt 9,38).
Nel Pater noster diciamo: “Liberaci, o Signore, da ogni male”; ora qual male maggiore della mancanza di buoni sacerdoti? Diciamo anche: “perdona a noi i nostri debiti”; ora come possiamo essere perdonati dai nostri peccati se mancano i sacerdoti? Chiediamo al Padre che ci doni il pane; ora questo pane donato da Dio è innanzitutto l’Eucaristia! E come possiamo avere il pane degli Angeli senza i sacerdoti? E per ottenerli Gesù Cristo disse alla sua Chiesa: “Rogate ergo Dominum messis ut mittat Operarios in messem suam”.
IL PADRE CI ASCOLTA
Noi non sappiamo pregare e per questo Gesù è venuto incontro alla nostra ignoranza (cfr. Rm 8,26) insegnandoci come dobbiamo pregare; non si contentò di insegnarci a pregare in generale ma ci dettò le parole con cui dobbiamo rivolgerci a Dio: per questo compose la sublime preghiera del Padre nostro (Lc
11,2).
Questa preghiera contiene la richiesta di grazie che Dio non può negarci; e come potrebbe negarcele? Ci negherà il suo Regno? Ci negherà l’adempimento del suo volere? Ci negherà il pane ecc. ecc.? Noi piuttosto dobbiamo uniformare i nostri desideri e le nostre suppliche secondo quanto chiediamo nel Padre nostro.
Che serve formare mille desideri, bramare tante cose diverse, ecc. ecc.? Forse non si chiede tutto, non si prega per tutto quando si dimanda a Dio che si faccia la sua volontà, ci liberi dal male, ecc.? Perché dunque perderci in tanti desideri che non sono conformi alla preghiera insegnataci da Gesù?
COME BAMBINI
Ma vedete dove giunge la nostra ignoranza e la ricerca dei nostri meschini interessi! Spesso diciamo il Pater noster per ottenere cose cattive;
spesso recitiamo il Pater, l’ Ave, il Rosario e tante altre preghiere, ma con l’intenzione di ottenere non già quello che domandiamo con le parole del Padre nostro, bensì quello che noi vogliamo ad ogni costo ottenere! Vorremmo che si facesse in Cielo come vogliamo noi in terra, mentre preghiamo che sia fatta la Sua volontà in terra come si fa nel Cielo. Siamo proprio come i fanciulli che schiamazzano per ottenere ciò che vogliono senza pensare che quelle cose che domandano fanno loro del male; però un padre amorevole si guarda bene dal dare al figlio quelle cose che potrebbero fargli male; se il figlio è ammalato e vuole uscire fuori il padre non lo soddisfa; se è infermo e vuol cibi non salutari il padre si rifiuta di darli. Così fa Dio con noi; noi come fanciulli piangiamo spesso chiedendo cose che ci farebbero male all’anima e Iddio, che ci ama, ce le nega.
EDUCARE I DESIDERI
Chi prega deve armarsi di santa pazienza e uniformare la propria volontà con la divina Volontà. La preghiera è ordine; non deve disordinare ciò che Dio vuole. Taluni pregano e chiedono a Dio che si tolgano gli effetti senza impegnarsi a togliere la causa. Non serve chiedere a Dio che ci liberi dal male se poi noi ci mettiamo nell’occasione di compiere il male. Gesù ci insegnò il Padre nostro per orientare i nostri desideri; fa bene a
negar grazie assurde: voler vincere senza combattere, acquistare il Cielo senza faticare qui in terra. Cari fratelli e sorelle, vi supplico a mani giunte, recitiamo bene, mattina e sera, il Padre nostro, e avremo la luce della Verità per camminare sulla via della salvezza eterna!