Una voce tra i cannoni
di Annibale Maria Di Francia
Prima di tutto benediciamo sempre e lodiamo il Nome di Gesù con gli Angeli, con i Santi e con la Santa Chiesa per compensarlo delle continue bestemmie che l’oltraggiano. In secondo luogo, valiamocene per domandare grazie per noi e per tutto il mondo, la salvezza nostra e di tutti! Nel Nome di Gesù domandiamo la pace Europea, e che l’Italia nostra non sia travolta nell’immane disastro della guerra! (Gennaio 1915).
L’ORA DI DIO
L’ora di Dio deve chiamarsi la presente conflagrazione Europea, gente contro gente, diluvio di fuoco, fiumi di sangue! L’Europa è considerata la parte più civile del mondo. Ma ha smarrito da tempo la vera civiltà, e dove più, dove meno, ha voluto fare senza Dio! I governanti sono stati travolti, e così si è potuto proseguire nell’opera di scristianizzazione. Ed ecco venuta l’ora di Dio! Non già che sia Iddio a voler la guerra; la vogliono gli uomini, perché lontani dal Dio della pace, si odiano, si azzuffano, si massacrano. E Dio permette, e i popoli si puniscono da sé stessi, e la punizione come tremenda conseguenza si estende a tutti i popoli, ai governanti, alle famiglie, perché tutti, tutti abbiamo peccato! Ed ecco l’ora di Dio! Che ne risulterà? Indubitatamente una rivendicazione dell’onore di Dio, perché il castigo dei colpevoli è gloria dell’offeso. Ne risulterà pure una nuova rigenerazione sociale, e questa è l’ora di Dio!
“CRESCIT EUNDO”
È doloroso il costatare che l’immane flagello della guerra cresce, cresce, cresce! Crescit eundo, la guerra cresce col passare del tempo. L’Italia, la nostra amata terra, è attualmente come una Nazione in pace. Ma quale pace? In pace con Dio? Ah no! … Si dice che siamo in pace, ma state a guardare, ad ascoltare: le armi rumoreggiano, le baionette luccicano, i treni trasportano armate, il fiore della gioventù è strappato alle famiglie, ai campi, ai negozi; le corazzate si schierano, e i cuori delle madri, delle spose, dei figli, palpitano! E questa è pace? Gli animi degli agitatori fremono! Ovunque si parla di guerra: nella stampa, in Parlamento, guerra nelle piazze, guerra nelle conversazioni. Dicono che si aspetta la primavera per irrompere, per gettarci nella guerra Europea. E la potente Germania e l’Austria nei loro giornali ufficiali stampano: l’Italia era nostra alleata … Ci vuol fare guerra? venga, che avrà da fare con noi! Che avverrebbe se dimani l’Italia, entrata in guerra contro l’Austria, le sorti delle armi contro la triplice intesa volgessero contro l’Italia e a favore della Germania e dell’Austria, come pare che volgano? Non avrebbe allora la Turchia campo libero ed opportunità per vendicarsi dell’Italia? E non ci sarebbe da temere che si ripetessero nelle nostre terre le invasioni degli antichi saraceni con tutte quelle antiche stragi, massacri e stermini?
CHE FARE?
Il pericolo dunque è grave! Gravissimo e formidabile sarà se l’Italia entra in guerra. La sola ripercussione della guerra europea ha già prodotto una situazione angosciosa, incerta, palpitante, deperente per l’Italia! L’orizzonte dunque è nero di nuvole, carico di tempesta. L’uragano scoppia da un momento all’altro! Il Santo Padre, il Vicario di Gesù Cristo, tutto vede e pondera il pericolo e implora la pace! Ma la sua voce paterna e santa si perde tra il tuono dei cannoni e infuriare delle potenze belligeranti! Orgoglio, ira, rancore, invidia, interessi nazionali, tutto è in guerra ostinata; nessuno vuol cedere. Dice la favola che due leoni si sbranarono talmente l’un contro l’altro che non restarono che le code! Già i morti, i feriti, i prigionieri, si contano a milioni! Nelle antiche storie dell’umanità si contavano a migliaia solamente! Ma oggi raccogliamo i frutti delle invenzioni, del progresso e dell’umano ingegno ribellatosi a Dio! Ma che fare in così terribile posizione? Fedeli cattolici, ricordiamoci che al di sopra di tutte le umane vicende c’è Dio! Quel Dio che ha numerati i capelli della nostra testa, e non ne cade uno solo, senza il Divin Volere! Quel Dio che ci ama con infinito Amore, che ci vuole tutti salvi, e che (se) ci punisce lo fa per correggerci: «Quelli che io amo li correggo e li castigo» (Ap 3,19). (Febbraio 1915)
LA PAROLA DEL PAPA
La lettera di Benedetto XV che riportiamo, togliendola da L’Osservatore Romano, è tale che può chiamarsi divina! Il Vicario di Gesù Cristo leva alta la sua voce e parla apertamente ai Re, agli Imperatori, ai Popoli che sono in guerra, e li invita alla pace, salvi i diritti e le ragioni di ognuno. Ogni parola, ogni frase di questa lettera è l’espressione del profondo dolore che affligge il cuore del Padre universale. Si direbbe che tutta l’angoscia delle madri d’Europa, tutte le lacrime di migliaia e migliaia di orfani, tutto lo strazio di milioni di morti e feriti, si sia accumulato nel cuore del Sommo Pontefice, e che in un momento erompa con le espressioni del più vivo interesse della sospirata pace universale! È la Religione, è la Carità eterna nella sua più eloquente manifestazione che fa contrasto con le ire, gli odi e i furori delle armi e delle armate! Leggete, o devoti, la lettera del Santo Padre, meditiamola, uniamoci al suo paterno dolore, e con le sue intenzioni, col suo spirito, piangiamo e preghiamo anche noi, e facciamo penitenza perché, ricomposti pacificamente i reciproci diritti, cessi una guerra che non accenna in modo alcuno a cessare! (Agosto 1915).
SANT’ANNIBALE – N.3/2022