4. Come e cosa avvenne il 1° luglio 1886

P.Annibale testimonia che la data del 1° luglio, giovedì, ottava del Corpus Domini, fu destinata senza alcun preconcetto, sicuramente per divina disposizione. Egli stesso comunicò il grande avvenimento ai benefattori dell’Opera, che erano inviati e ringraziare il Signore della insigne misericordia che accordava alla moltitudine dei poveri di Avignone. La cronaca di quel giorno come è riportata dalla tradizione rogazionista è davvero avvincente. I dintorni del locale dell’oratorio e le stradette adiacenti erano state tutte ripulite. Per le ore 7.00 del mattino, gli orfani e le orfane vestiti a nuovo, aspettavano in chiesa. Mentre il sacerdote saliva l’altare, le voci innocenti cantavano con accompagnamento di armonium il canto Cieli dei cieli. Al cantico si alternava la Preghiera d’invito a Gesù sacramentato. Dopo la consacrazione il cantico patetico dell’aspettazione si tramutò d’improvviso in un inno di giubilo Cessino ormai le lacrime . Prima della comunione P.Annibale tenne un apposito fervorino sulla grande sorte di quel misero ambiente tramutato d’un colpo in reggia del Re dei Re, e la grande fortuna di quei poveri e di quei fanciulli di avere in mezzo a loro il Creatore, il Redentore adorabile. Di qui l’obbligo a farGli buona compagnia. Distribuì poi la santa comunione. Terminata la messa il SS.mo fu collocato in un ostensorio di argento massiccio per la processione eucaristica attraverso le stradette del quartiere e nella pubblica via della città, con gli orfani e le orfane con ceri accesi ed i poveri. Dopo un breve giro, si rientrò nell’oratorio e Gesù eucaristico fu collocato ed esposto in trono. L’altare risplendeva pieno di ceri ardenti. L’adorazione durò tutto l’intero giorno e non fu mai interrotta: si alternavano i fanciulli e i poveri con preghiere e cantici. Non ci fu tempo per accendere la caldaia in cucina ed apparecchiare il pranzo. I ragazzi se la passarono lietamente a pane asciutto per non essere distolti dall’adorazione. A sera ci fu la conclusione con la solenne benedizione del SS.mo che fu poi collocato stabilmente nel tabernacolo. La festa non si concluse col 1° luglio, ma continuò il giorno successivo 2 luglio: “Siccome il 1° Luglio precede la festa della Visitazione della SS.ma Vergine, così venne spontaneo che alle lodi ed omaggi tributati al Sommo Bene Sacramentato si unissero quelle alla sua ss.ma Madre, e fosse considerata come Colei che, con la sua potente intercessione ci abbia ottenuto la venuta del suo Divin Figliuolo in sacramento. Per questo fu anche cantato un inno di ringraziamento alla ss.ma Vergine” . Come l’aspettazione era durata due anni, la festa doveva durare alquanti giorni, fino alla domenica successiva ma in modo che potesse divertire i ragazzi. Vestiti da chierici i ragazzi lessero appositi sermoncini. Le orfanelle fecero altrettanto nel loro appartamento, con la partecipazione di molti signori e signore. L’ultimo giorno, la domenica, le due comunità, maschile e femminile, consumarono il pranzo nelle stradette ciascuna nell’atrio del suo appartamento. Vi furono nuovi discorsetti e tutto fu concluso con la benedizione conclusiva. Ho constatato che questa aspettazione, così condotta e preparata, riesce di grande eccitamento di fede nella presenza reale di Gesù in Sacramento, ed è un germe di amore e di devozione al Dio nascosto nel tabernacolo. Inoltre, non era tutto ciò un obbligare lo stesso Sommo Bene Gesù a riguardare con occhio di divina compassione questi poverelli del suo Sacro Cuore? confessa il Di Francia.