3. I prodromi della festa del 1° luglio

Dopo il 1878 P.Annibale prese in affitto alcune casette del quartiere Avignone. Con il generoso contributo della nobildonna Caterina Scoppa, marchesa di Cassibile, acquistò poi una stanzetta, la trasformò in una piccola cappella e l’arredò per la celebrazione della santa messa. Pose infatti un altarino di legno e celebrò la prima volta la S. Messa il 19 marzo 1881 in occasione del pranzo offerto a 200 circa poveri e derelitti di Messina . La casetta divenne col tempo un oratorio dedicato al S.Cuore e serviva per l’istruzione al popolo. La celebrazione della messa che talora si ripeteva non era che un’apparizione ed una sparizione di Gesù sacramentato. Pian piano l’oratorio fu ingrandito; fu aggiunta un’altra casetta e la stanzetta iniziale divenne una decente cappella, nella quale era situata in trono una immagine del Cuore SS.mo di Gesù. Fu collocato un nuovo e migliore altare provvisto di un tabernacolo. Vi si celebrava ogni giorno la S.Messa, alla quale partecipavano gli orfani, le orfane ed alcuni poveri. Il Padre stesso testimonia che cominciò a nascere naturalmente nel cuore di tutti una sorta di singolare e amorosa aspettazione di Gesù sacramentato: “Nasceva in tutti spontaneo il desiderio che l’oratorio si facesse sacramentale. Questo pensiero predominava l’Iniziatore di questa Pia Istituzione. Per maggiormente eccitare i cuori al desiderio della venuta dell’Altissimo, nascosto in sacramento, si teneva il tabernacolo aperto e vi si facevano rivolgere desiderosi gli sguardi” . Anche se occorreva ben poco per avere il permesso di collocare Gesù sacramentato in maniera stabile in quella chiesa ed in quel tabernacolo, P.Annibale volle preparare in maniera adeguata i poveri del quartiere perché, nel suo pensiero e per il suo fervore, la venuta di Gesù nel sacramento doveva segnare un avvenimento, un’epoca della vita di quel quartiere e di quei poveri. Di qui la necessità di una preparazione “abbastanza lunga e atta ad impressionare profondamente gli animi”. Con una serie di industrie spirituali corredate da una inventiva straordinaria ed un approfondito lavorio durato circa due anni, P.Annibale preparò i cuori dei piccoli e dei grandi eccitandoli alla fede, all’amore, al desiderio di Gesù. Faceva teneva il tabernacolo aperto, ovviamente vuoto, e rivolgere gli sguardi desiderosi verso di esso. L’aspettazione divenne così “sempre crescente”. Si intensificarono le istruzioni sull’importanza del grande avvenimento della venuta di Gesù, mentre i cuori erano eccitati alla fede, all’amore, al desiderio di Lui. P.Annibale compose l’inno Cieli dei cieli, un invito amorosissimo con cui tante anime innocenti e umili chiamavano il Sommo Bene in mezzo a loro, che fece poi musicare e che è diventato il canto per eccellenza della festa del 1° luglio. Aggiunse la recita ogni giorno di una preghiera del medesimo tenore, con belle espressioni, ad imitazione di quelle con le quali la sposa del Cantico dei cantici chiama il suo diletto. Fece ingrandire l’oratorio con l’aggiunta di un coretto per le orfane ed adornare ed abbellire meglio il tempietto e l’altare. Preparò un altro inno che doveva essere cantato non appena il SS.mo fosse collocato nel sacro tabernacolo. “Fu una aspettazione del Messia Divino, che doveva nascere in una nuova Betlemme, nascosto non nella sua umanità, ma Dio e Uomo nascosto sotto le specie eucaristiche, non per rimanere trentatré anni con i figliuoli degli uomini, bensì fino alla consumazione dei secoli, per trovare sempre nei cuori puri le sue delizie”.