S.Giovanni Bosco
L’amicizia ed il ricorso a san Giovanni Bosco, la cui fama era già universale, risale al 1885-86, quando sant’Annibale gli chiese di stampare la prima preghiera per le vocazioni. Nel cuore del Santo torinese il canonico messinese versava tutte le sue pene, attendendo anche da lui consigli e preghiere, e se fosse possibile anche degli aiuti economici. Alla lettera di sant’Annibale D. Bosco risponde a mezzo di Don Rua, in questi termini: « ORATORIO S. FRANCESCO DI SALES 20 ottobre 1884. « Rev.mo Signore, « La lettera che la S. V. si compiacque indirizzare al Signor Don Bosco, mio venerato Superiore, lo commosse profondamente, e tanto più ch’egli sa quali sono le angoscie che torturano il cuore in certe circostanze, in certe difficoltà che paiono (e lo sono umanamente parlando) insormontabili. L’opera intrapresa sì bene avviata dalla S. V. Rev.ma è veramente santa, ed Egli m’incarica di farle le sue felicitazioni, senza tralasciare d’incitarla a continuare con coraggio, mettendo tutta la fiducia nel Sacro Cuore di Gesù e nella protezione di Maria. Quest’abbandono completo nella Divina Provvidenza fu ciò che resse Don Bosco in mezzo a pene atroci, arrivarono perfino a dirlo impazzito e cercarono di metterlo in manicomio. Egli non indietreggiò. I debiti montavano montavano sempre… Ed egli avanti. Ora, se i debiti della S. V. arrivano a 1500 franchi, quelli di Don Bosco vanno a dover aggiungere quasi tre zeri a questa cifra nientemeno. Ed è ciò che lo pone nell’impossibilità assoluta, con suo grande rincrescimento, di non poterla aiutare. Ma se non può materialmente, lo fa e lo farà con le sue ferventi preghiere, insieme con tutti i suoi figli, e chiamando sopra di Lei e sull’opera sua le più abbondanti benedizioni del Signore e di Maria SS. Ausiliatrice. « Egli crede che potrebbe tornarle utilissimo il concorso della stampa; s’Ella facesse parlare qualche giornale locale, molti prenderebbero conoscenza della situazione sua, e qualche anima caritatevole sarebbe tocca nel cuore. Faccia coraggio. Le opere del Signore soffrono difficoltà grandi; ma è quello precisamente il segno evidentissimo che sono del Signore, per cui non possono perire, se quegli che n’è l’istrumento va avanti sempre con fede inconcussa. « Gradisca coi complimenti del Signor Don Bosco i miei umili rispetti, e si degni credermi della S. V. Rev.ma, signor Canonico umilissimo dev.mo servitore Sac. Michele Rua ». Sebbene nessun aiuto materiale poté ricevere sant’Annibale da Don Bosco, pure la bellissima e commovente lettera ricevuta fece prendere nuova lena e coraggio, a proseguire nell’Opera.