I santi si incontrano sulle strade della provvidenza

Era diacono quando, il 22 settembre 1877 nella chiesa di S.Maria della Provvidenza, a Messina, Annibale Maria Di Francia, parlava dell’apparizione della Madonna a La Salette in Francia. Non avrebbe mai potuto immaginare che tra gli ascoltatori, in incognito, c’era Melania Calvat, la veggente, di passaggio dalla città dello stretto. L’episodio è l’inizio di un profondo e particolare rapporto di amicizia, di stima ed efficace collaborazione tra sant’Annibale Di Francia (Messina 1851-1927), sacerdote fondatore delle Figlie del Divino Zelo e dei Rogazionisti del Cuore di Gesù e Melania Calvat la pastorella de La Salette (Corps 1831-Altamura 1904).

Ho avuto la grande consolazione in Dio di fare la conoscenza di un vero santo prete…

E’ un profondo teologo, ma il suo grandissimo spirito di umiltà lo rende come uno studente, che cerca continuamente di approfondire le scienze mistiche, per amare Dio sempre di più e con delle vedute più pure. Senza che io lo abbia meritato, mi sono confessata ad un santo; Dio faccia che io metta in pratica i suoi esempi di umiltà ed i suoi saggi consigli! Così il 1897 Melania descrive P.Annibale che era andato ad incontrarla a Galatina, in provincia di Lecce, ed a supplicarla di recarsi a Messina a rimettere in sesto l’istituto delle sue suore. L’arcivescovo di Messina, cardinale Giuseppe Guarino, infatti, aveva deposto la superiora; tre suore ed una probanda erano fuggite nottetempo; era incombente la minaccia di chiusura dell’opera. La proroga di un anno del provvedimento era assolutamente indispensabile per il Di Francia per riuscire a trovare una persona anziana, versata nell’educazione delle giovani, santa, umile, colta, esperta, adatta per la riparazione e formazione della Pia Opera, che ripristinasse la disciplina, l’ordine e l’organizzazione della vita comunitaria dell’istituto sorto dieci anni prima, il 19 marzo 1887.

Queste particolari caratteristiche portavano proprio a Melania Calvat. Di lei gli avevano parlato il canonico Vincenzo De Angelis di Oria (Br), confessore di Maria Palma, una santa donna stimmatizzata, dalla quale, si diceva che anche Melania si era recata in segreto e, il 1885, il palermitano beato Giacomo Gusmano.

Melania de La Salette, un nome che ha fatto il giro mondo. Il 19 settembre 1846, mentre pascolava le vacche sul monte Planeau, insieme con un suo coetaneo, Massimino Giraud, aveva visto la Madonna. La “Bella Signora” era apparsa ai due pastorelli seduta sopra una pietra e piangeva. Sul petto aveva i simboli della passione di Gesù, le tenaglie, il martello. La visione della Vergine aveva totalmente cambiato la sua vita di pastorella. Il messaggio ed ancor più il segreto rilevato a Melania, avevano impressionato l’opinione pubblica religiosa e laica della Francia e dell’Europa. La devozione alla Madonna de La Salette si era ben presto diffusa ovunque con l’approvazione canonica di Mons. Philibert de Bruillard, vescovo di Grenoble il 1851, e la nascita dei Missionari di Nostra Signora de la Salette.

Melania scrisse e consegnò il suo segreto a papa Pio IX il 1851. Solo il 1858, secondo il volere della Madonna lo rese noto per intero. Novizia nell’istituto delle Suore della provvidenza di Corenc, nei pressi di Grenoble, assunse il nome di Sr.Maria della croce. Il vescovo di Gronoble Mons. J.Ginoulhiac il 1853 non l’ammise alla professione dei voti. Per sfuggire a Napoleone III da lei accusato di cesaropapismo ed il clero francese che le era ostile, Melania cominciò il suo esodo per l’Europa, in Inghilterra, Francia, Grecia ed Italia. Giunse a Castellammare di Stabia nel napoletano accolta dal vescovo Mons.Francesco Saverio Pedagna e vi rimase per 17 anni. Dal 1892 al 1897 si trasferì a Galatina nella diocesi di Otranto, in provincia di Lecce, accolta da Mons.Salvatore Luigi Zola, vescovo di Lecce che il 15 novembre 1879 aveva concesso l’imprimatur alla pubblicazione da lei curata, di una brochure che riportava il racconto dell’apparizione ed il segreto.

P.Annibale incontrò Melania a Galatina l’8 ed il 9 agosto 1897. Da quell’incontro entrambi riportarono una salutare impressione: la vista di una delle creature infiammate del suo amore Divino causa una gioia, una così grande consolazione scriveva Melania il 16 agosto 1897. Io non ho parole per ringraziare la SS. Vergine di avermi fatto avvicinare una sua dilettissima figlia, alla quale di degnò Essa stessa di avvicinarsi. Stando a lei vicino mi parve di esser vicino alla Madonna amatissima Madre Nostra, e mi sono inteso beato, diceva P.Annibale.

La Calvat, considerato il reale pericolo di scioglimento della comunità delle suore, accettò l’invito del Di Francia ed il 14 settembre 1897 si recò a Messina, assumendo la direzione dell’istituto nell’ex monastero dello Spirito Santo.

Passò da una vita solitaria ad una attiva e frenetica. Dirigeva una decina di suore, 7 novizie e postulanti, 77 orfane. Ognuna di queste, scriveva all’abate Combe, avevano vissuto ciascuno secondo la loro propria completa libertà. Io ho quindi dovuto dare una regola alle suore ed alle orfanelle: le recalcitranti sono abbastanza numerose da entrambe le parti: religiose ed orfanelle. La mia giornata trascorre in commissioni ed in visite nelle differenti sale. Questo incarico mi è stato dato dal fondatore di quest’opera… La comunità è affatto sprovvista di rendite: quello che aiuta un poco a vivere è il molino: si vende il pane e la clientela è numerosa per la buona qualità del pane. Nel suo apostolato è impressionata dal carisma dell’istituto: il quarto voto di questa comunità è di pregare tre volte al giorno il Divino Padrone perché mandi buoni preti alla sua Chiesa, secondo quella parola del Vangelo:“Rogate ergo Dominum messis”… Le religiose sono per assistere le orfanelle abbandonate ed in pericolo di perdersi e per pregare secondo il comando di Nostro Signore: “la messe è copiosa ma gli operai sono pochi; pregate dunque il Padrone della messe perché mandi operai nella sua messe”. Tre volte al giorno la comunità intera prega per ottenere operai secondo il cuore di Dio.

Melania rimase a Messina fino al 2 ottobre 1898. Il suo fu governo di austerità, ordine e disciplina. L’istituto femminile risorse. La complessa e discutibile personalità della francese, austera ed inflessibile, modellata dalle numerose peregrinazioni e vicissitudini umane in paesi ed istituti religiosi diversi, ridiede impostazione disciplinare ed organizzativa alla comunità religiosa. Per ringraziare la Vergine Maria della presenza di Melania e nell’intento di trattenerla ancora a Messina, P.Annibale il 2 agosto 1898 si recò in pellegrinaggio a La Salette. Quell’anno di benedizione fu considerato l’effettivo inizio dell’opera femminile grazie alle preghiere ed all’opera di Melania.

Tornata alla sua libertà Melania continuò a peregrinare per la Francia e l’Italia, tra sofferenze e difficoltà. Il 16 giugno 1904 si ritirò in incognito ad Altamura in provincia di Bari, sotto la guida del domenicano Carlo Giuseppe Cecchini, Prelato di Altamura ed Acquaviva delle Fonti. Qui, all’età di 73 anni, la colse la morte nella notte tra il 14 ed il 15 dicembre 1904. Nella celebrazione delle esequie il vescovo rivelò l’identità della signora francese che si ntava ogni giorno in Cattedrale alla messa assorta in preghiera. Anche L’Osservatore Romano riportò la notizia la domenica 25 dicembre 1904.

Il 15 dicembre 1905, nel primo anniversario della sua morte, P.Annibale che aveva conservato un grato ricordo per la veggente, nella cattedrale di Altamura pronunziò l’elogio funebre, rivelando particolari della vita di Melania tratti da un manoscritto autobiografico dei primi 11 anni di vita, che la Calvat aveva redatto a Messina sotto sua imposizione. Mons.Cecchini costruì ad Altamura un fabbricato con una chiesa annessa per collocarvi, entro una cappella dedicata a Nostra Signora de La Salette, la tomba di Melania. Pensiero analogo nutriva il Canonico Di Francia che da Mons.Adolfo Verrienti sostituto del Cecchini, il 1916 acquistò quel locale impiantandovi un orfanotrofio femminile per le orfane dei soldati morti durante la prima guerra mondiale.

Con l’autorizzazione del ministero della sanità e degli uffici competenti, nottetempo il 19 settembre 1918 sant’Annibale trasferì la salma di Melania dal cimitero alla chiesa delle suore. Lo scheletro, a causa della febbre spagnola che imperversava, rimase insepolto per un anno. Fu ricomposto da un anatomista e il 2 ottobre 1919 fu definitivamente tumulato nel muro del corridoio adiacente la chiesa. Il 1920, nella chiesa, in corrispondenza della tomba, fu inaugurato un artistico monumento funebre con l’epigrafe che dichiara Melania sapiente Confondatrice.

Convinto della sua santità, P.Annibale sin dal 1918 ebbe l’idea di avviare presso la Curia Vescovile di Castellammare di Stabia o di Altamura un regolare processo informativo, con una commissione di tre sacerdoti, tra i quali sperava di esserci anche lui, per raccogliere le testimonianze di quanti avevano conosciuto Melania. La nostra missione riguardo alla pia Serva del Signore egli scriveva, non crediamo che sia finita. Abbiamo curato di fare la tumulazione dei mortali avanzi di Melania Calvat, affinché si possa iniziare il processo informativo delle virtù eroiche e dei prodigi della Serva del Signore. Non potendo fare viaggi frequenti per l’età avanzata, essendo anche occupato nell’apostolato in Sicilia P.Annibale propose a Mons.Verrienti di portare a Messina le spoglie di Melania, perché là essa godeva di grande popolarità. Così si sarebbe potuto dedicare in prima persona come postulatore, alla sua causa di beatificazione.

La risposta del vescovo fu negativa. Il canonico si rivolse allora a Roma al domenicano P.Fanfani chiedendogli di farsi postulatore della causa presso il Vescovo di Altamura. Incartamenti, lettere e testimonianze furono depositate nella Curia Vescovile e non fu dato molto credito all’iniziativa. Il fascicolo riguardante Melania è tuttora conservato nell’archivio vescovile, indicato con un lapis rosso strane pretese.

Egli era ricco, scriveva Melania del Di Francia, e ha dato tutto ai poveri, tutto speso in buone opere: non ha più un centesimo. E’ un vero santo e tutti lo venerano come tale. Di ritorno le suore dalla questua se egli si trova qui, chiede che, per carità, esse gli diano del pane o dei frutti che hanno ricevuto in elemosina. Lusinghiera, ma anche critica, la considerazione del suo spiccato apostolato caritativo: E’ molto spiacevole che questo buon canonico abbia questa fissazione di un amore esagerato per i poveri. … è un santo prete molto fervente. E continua: … è un santo e un profondo saggio, egli è pio come un angelo, dolce come un agnello. … impedisce qualsiasi rimprovero fatto ai bambini, per la ragione che questi bambini sono dei poveri orfanelli di cui egli si dice il Padre. Nei miei istituti, affermava sant’Annibale, la memoria di Melania è santa e non smettiamo di ringraziare la bontà divina che, con un mezzo ammirabile, ce l’ha data per un anno e che ce la ha lasciata in seguito per protettrice. Melania è una creatura nella quale l’Altissimo profuse singolarissime grazie, una creatura il cui nome risuonò in tutto il mondo, prediletta da Dio, ammirata dagli uomini. La S. Chiesa la porrà sugli altari, circondata della luminosa aureola dei santi!

In occasione del centenario della morte di Melania (1904-2004), le congregazioni di P.Annibale e la diocesi di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti in collaborazione con l’ABMC di Altamura, hanno organizzato una serie di manifestazioni celebrative con una mostra itinerante (14 dicembre), la commemorazione (15 dicembre con Mons.Mario Paciello) e, il 16 dicembre, “L’itinerario umano e spirituale di Melania Calvat”, una giornata di studio presieduta dal prof. Cosimo Damiano Fonseca, Accademico dei Lincei con la partecipazione di esperti a livello internazionale.

Notizie utili si trovano sul portale web www.melaniacalvat-difrancia.net

Angelo Sardone

 

Articolo pubblicato su L’Osservatore Romano il 16 dicembre 2004.