7. Alcuni fondamenti biblici
P.Annibale, valente cultore e conoscitore della S.Scrittura ha intriso in modo del tutto particolare la festa del 1° luglio di fondamenti biblici. Data la natura storica del presente contributo, se ne richiamano solamente alcuni.
* 1° luglio, giorno memoriale “Questo giorno sarà per voi un memoriale: lo celebrerete come festa del Signore: di generazione, lo celebrerete come un rito perenne” (Es 12,14). Il senso biblico dello zekér, memoriale, che il Signore Gesù ha impresso alla istituzione del sacramento dell’Eucaristia, è stata accolto ed applicato da P.Annibale alla festa del 1° luglio, quasi una sorta di riattualizzazione del progetto d’amore che vede protagonista il Signore Gesù che ha scelto di nascere nella Betlemme di Avignone e di nascondersi sotto il velo del pane. Ogni 1° luglio riattualizza il mistero della presenza di Cristo tra le case di Avignone, come autentico, divino redentore dei poveri, nutriti e sostenuti con il Pane della vita, autentico nutrimento e pane del cammino. La celebrazione del 1° luglio diviene anche la proiezione escatologica verso la cena della Gerusalemme celeste: “Ogni volta infatti che mangiate di questo pane e bevete a questo calice, voi annunziata la morte del Signore finché Egli venga” (1 Cor. 11.26).
* 1° Luglio, luogo e tempo di dimora per il convegno “Io ti darò convegno appunto in quel luogo” (Es. 25,22). L’attenzione si sposta dal miserabile quartiere, sinonimo dei povertà e miseria, all’Eucaristia che diviene il luogo teologico nel quale si incontra il Cristo, fulcro di ogni interesse, fonte di ogni vita per tutti i componenti della Pia Opera e per sempre: “Egli deve essere sempre per noi e per quante verranno dopo di noi, in tutte le nostre Case il nostro centro, la nostra vita, la nostra esistenza, la nostra speranza, la nostra perseveranza, il nostro tutto. Sia Gesù in Sacramento per tutte le Figlie del Divino Zelo del Cuore di Gesù, e per quante con loro convivono, il mistico alveare, attorno al quale esse girino e rigirino, e dentro il quale riposino e formino il dolcissimo miele delle virtù che più piacciono al palato de Gesù Sommo Bene.
* 1° Luglio, il tempo nuovo della salvezza “Il Signore Dio asciugherà le lacrime su ogni volto; la condizione disonorevole del suo popolo farà scomparire da tutto il paese… E si dirà in quel giorno: «Ecco il nostro Dio, in lui abbiamo sperato perché ci salvasse; questi è il Signore in cui abbiamo sperato; rallegriamoci, esultiamo per la sua salvezza» (Is. 25,8-9). La salvezza del quartiere e dei suoi abitanti, l’avvio promettente della storia dell’Opera con tutti i volontari d’azione , ha il suo principio proprio nel 1° luglio 1886, vero tempo e data di fondazione effettiva. Anche se il cammino dell’Opera, dal Padre stesso viene definito scabrosissimo, esso è illuminato, sorretto, guidato e condotto da Gesù, Jahwè sabaot, e solo così può sgominare tutti i nemici che incontra.
* 1° Luglio, la tenda della trasfigurazione “Signore, è bello per noi restare qui!” (Mt. 17, 4). La redenzione del malfamato quartiere di Messina necessitava di un anticipo dell’evento della sua restaurazione, alla stessa maniera di come la risurrezione dai morti di Cristo necessitava del mistero della trasfigurazione come anticipo della stessa risurrezione. Il pezzo di terra maledetto, come l’aveva realisticamente definito il professor Vincenzo Lilla, poteva e doveva essere risanato non da un restauratore qualsiasi, fosse anche il più bravo, ma dal Divino Restauratore, Gesù Cristo stesso. Il 1 luglio costituisce allora una parentesi anticipatoria di ciò che sarebbe stata la perenne benedizione su quel luogo risanato dalla presenza dell’Eucaristia, sostegno, alimento, farmaco per quella gente derelitta e per quanti nel corso del tempo, si sarebbero messi a loro servizio nell’impegno carismatico della preghiera per le vocazioni.
* 1° Luglio, il Natale dell’Opera «E venne ad abitare in mezzo a noi » (Gv 1,14). Il 1° luglio segna l’inizio del vero cammino ricco di frutti. E qui non ci sono parole più feconde e chiare che quelle dello stesso fondatore: Venne come Padre amorosissimo tra i suoi figli per formarsi una piccola famiglia la quale vivesse della sua carne e del suo sangue, e fosse fatta capace della sua reale Presenza in Sacramento di potere raccogliere dalle sue divine labbra il Comando del divino zelo del suo Cuore: “Rogate ergo Dominum Messis ut mittat operarios in messem suam”, il quale sta nel più intimo rapporto con Gesù Sacramentato che non può sussistere (avendo Egli così decretato) senza il Sacerdozio, il quale sta nei più intimi rapporti con quel divino Comando. Con la venuta di Gesù Sacramentato, la Pia Opera, in persona dei suoi primi componenti spuntò bambina, o meglio spuntò piccola carovana per cominciare uno scabrosissimo pellegrinaggio, ma sempre confortato dalla vera arca dell’Alleanza che contiene non la manna simbolica, ma il vero Pane vivo sceso dal Cielo, Gesù in Sacramento. Venne non per partirsene siccome aveva fatto pel passato con la celebrazione giornaliera della S. Messa, ma per restarsi con la sua divina Presenza. Venne come Re tra i suoi sudditi per piantarvi il suo Regno, come buon Pastore tra i suoi Agnelli per formarsi un suo piccolo gregge che a Lui in Sacramento affidato doveva essere da Lui stesso pasciuto e vivere con Lui senza timore. Venne come divino Agricoltore per coltivare da se stesso proprio da se stesso la sua pianticella nel cui germe sepolta nella terra della prova e della mortificazione era accluso il piccolo seme del suo di mortificazione era accluso il piccolo seme del suo divino “Rogate”. Per questo P.Annibale riterrà vera data di fondazione dell’opera il 1° luglio 1886, nonostante che avesse dato inizio alla sua azione di carità già dal 1878.