6. Ragioni teologiche essenziali a fondamento della festa del 1° luglio
Le iniziative prodotte da P.Annibale avevano sempre un particolare aggancio alla fonte biblica, vera musa ispiratrice di ogni sua industria spirituale. Lo studio approfondito degli inni, dei sermoncini del 1° luglio, offrono coordinate opportune dalle quali si ricava la storia dell’Opera che cammina di pari passo con la storia di Dio che la governa dall’alto del tabernacolo, vero centro dell’Opera stessa e di tutti i suoi componenti, ovunque e sempre. Alcune ragioni teologiche che motivano la grandiosità della festa del 1° luglio:
1) Il 1° luglio, evento mirabile di amore nella solitudine e nella miseria del quartiere. P.Annibale che aveva dato inizio all’Opera pensò bene che la venuta di Gesù Sacramento in quell’oratorio, in mezzo alla turba di poveri d’ogni specie e di fanciulli, doveva essere ritenuta un vero e proprio evento e che quindi doveva essere preceduta da una preparazione abbastanza lunga e adatta ad impressionare profondamente gli animi.
2) La presenza di Gesù nel SS.mo Sacramento in quel locale doveva segnare un avvenimento, un’epoca dell’Opera, dovuto al fatto che Gesù, fattosi povero anch’egli per amore dei suoi figli derelitti, doveva essere ospitato in mezzo ai poverelli, tra quelle casupole del quartiere Avignone.
3) L’Eucaristia al centro di tutto. Questa idea era precisa e chiara nella mente del fondatore: “Tutto il centro amoroso, fecondo e doveroso e continuo di questa Pia Opera degli Interessi del Cuore di Gesù, dev’essere Gesù in Sacramento”. Ancor più chiara un’altra affermazione circa la centralità e la perennità della presenza di Gesù in sacramento: egli “deve essere sempre per noi, e per quanti verranno dopo di noi, in tutte le nostre case, il nostro centro, la nostra vita, la nostra esistenza, la nostra speranza, la nostra perseveranza, il nostro tutto. Sia Gesù in Sacramento, per tutte le Figlie del Divino Zelo del Cuore di Gesù, e per quante con loro convivono, il mistico alveare, attorno al quale esse girino e rigirino, e dentro al quale riposino e formino il dolcissimo miele delle virtù, che più piacciono al palato di Gesù Sommo Bene”. L’istituto rogazionista nella sua costituzione carismatica, non è un istituto eucaristico. Ma la centralità dell’Eucaristia, secondo il pensiero del fondatore, lo rende tale: “Centro di ogni devozione e di ogni operazione sarà il SS.mo Sacramento dell’altare, pel quale la nostra minima Congregazione, dovrà avere tale santo trasporto, e deve talmente onorarlo e corteggiarlo, che questo pio istituto possa dirsi eucaristico”.
4) Nell’Eucaristia presente nel tabernacolo di tutte le case dell’Opera Gesù è ritenuto effettivo, vero, unico, assoluto ed immediato fondatore: “Pare che di questa Pia Opera possa dirsi: Novum fecit Dominus, Dio ha fatto una cosa nuova… Nostro Signore stesso, senza intermediazione di un fondatore nel vero senso della Parola, si sia mostrato geloso di essere Egli stesso, dal S. Tabernacolo, il vero fondatore. Tutte le grazie, gli aiuti, i lumi, le divine provvidenze, sono tutte piovute dal suo Divino Cuore in sacramento”.
5) A queste ragioni occorre aggiungere il senso del tributo annuo di amore e di fede ed il debito di gratitudine per la presenza di Gesù Sacramentato nell’Opera.