2. L’Eucaristia nella vita di P.Annibale

Una delle caratteristiche prioritarie della spiritualità di sant’Annibale Maria è la pietà eucaristica, appresa e vissuta sin dalla sua più tenera età. La testimonianza di vita cristiana avuta in famiglia, la formazione ricevuta al collegio S.Nicolò dei Cistercensi, il gusto naturale di visitare le chiese e di sostare per lungo tempo in adorazione dinanzi all’Eucaristia, nelle cosiddette Quarantore circolari, sono alcuni elementi che hanno contribuito a dare solido fondamento alla sua pietà eucaristica ed alla sua formazione religiosa. I biografi affermano concordi che né la caccia, né il gioco degli scacchi per il quale il giovane Annibale ebbe una speciale inclinazione, né l’amore alle lettere e il trasporto per il teatro classico, riuscirono ad appannare minimamente la sua pietà, dalla quale sembrava letteralmente dominato. L’amore per la solitudine ed il silenzio, l’avidità delle letture spirituali, soprattutto le vite dei santi, forgiarono pian piano la sua personalità. All’età di 17 anni il giovane Di Francia ottenne dal suo confessore il permesso di ricevere ogni giorno l’Eucaristia. Da allora lo si vedeva girare nelle chiese di Messina, dove era esposto ogni giorno Gesù eucaristico e stare per lungo tempo ai suoi piedi aprendo a Lui il suo cuore. Nella penombra della navata, intesseva intensi e prolungati colloqui d’amore con quel Cristo che gli faceva gustare la gioia dell’incontro e gli comunicava un’idea, un pensiero dominante, il comando divino che egli avrebbe poi diffuso nel mondo intero. Il Signore gli fece il dono delle lagrime nella meditazione e negli esercizi di pietà. La grazia compiva il suo lavorio interiore, rendendolo disponibile alla volontà di Dio per la duplice vocazione, religiosa-rogazionista e sacerdotale. Un giorno, nella chiesa di S. Giovanni di Malta a Messina, mentre pregava dinanzi al SS. Sacramento, intuì la necessità di pregare per le vocazioni, con quella che poi è stata consacrata terminologicamente come «intelligenza e zelo del Rogate». Solamente qualche tempo dopo, scoprì nel Vangelo (Mt 9,38 e Lc 10,2) il comando di Gesù: «Rogate ergo Dominum messis ut mittat operarios in messem suam». Insieme con la formazione cristiana ricevuta in famiglia e quella seminaristica, ebbero parte nella impostazione della spiritualità e personalità eucaristica di Annibale Maria le letture spirituali di cui era avido e gli influssi derivanti dalla pietà eucaristica di fine secolo XIX, soprattutto ad opera di S. Alfonso M. de’ Liguori, la cui devozione all’Eucaristia era particolarmente diffusa e vissuta. In quella stessa epoca Giuseppe Frassinetti (1804-1868) fratello di santa Paola, col suo cristocentrismo e la vita sacramentale nei suoi libri Il conforto dell’anima devota e la Dissertazione sulla comunione quotidiana, propagandava la dolcezza eucaristica. Don Bosco inseriva la centralità della vita sacramentale nel suo sistema preventivo: comunione frequente e messa quotidiana sono gli elementi portanti del sistema educativo che tiene lontano la minaccia e la sferza. Mons. Guido Maria Conforti (1865-1931) propagandava una spiritualità eminentemente eucaristicocentrica. Pio Alberto del Carona (1837-1912) domenicano, vescovo di San Miniato scriveva le Elevazioni sul mistero dell’Eucaristia