Amarsi di tenerissimo amore
Trascriviamo il sermone del giugno1883 nel quale padre Annibale presenta a due giovani sposi il fine, gli impegni e i mezzi per vivere il sacramento del matrimonio.
di Annibale Maria Di Francia
Dopo aver creato l’uomo e la donna e averli benedetti Dio disse: «Crescete e moltiplicatevi». E l’uomo e la donna si amarono di tenerissimo amore e di due anime divennero come un’anima sola, e di due corpi come un sol corpo.
Ma Iddio volle rendere più bella e perfetta l’opera sua. Venne sulla terra il Verbo di Dio, a restaurare tutte le cose come disse l’Apostolo, Instaurare omnia in Cristo (Ef 1,10). Il Signore Gesù elevò alla dignità di Sacramento l’unione dell’uomo con la donna, e questo Sacramento San Paolo lo chiama grande perché rappresenta l’unione di Cristo con la sua Chiesa: Magnum est hoc sacramentum, ego dico in Christo et in Ecclesia (Ef 5,32).
Sì, grande è questo sacramento, o figliuoli carissimi; grande per fine al quale è ordinato, grande per gli obblighi che vi sono annessi, grande per la grazia che conferisce.
Perché sposarsi?
Qual è il fine del sacramento del matrimonio? è ordinato allo scopo di santificare l’onesta unione dell’uomo con la donna, per dare alla società cristiana nuovi figli, che siano nuovi adoratori di Dio, e nuovi eletti per il Regno dei Cieli. E con questo fine debbono ricevere i cristiani un sacramento sì eccelso. Guai a quell’uomo e a quella donna che, accostandosi ai santi altari per diventare marito e moglie, sono mossi da sentimenti mondani; infelice quell’uomo che cerca una donna per farne oggetto di passione e di indegni piaceri!
Infelice quella donna che si dà per sposa ad un uomo con lo scopo di pascere la propria vanità e le proprie leggerezze! No, non devono essere questi i vostri sentimenti. Voi dovete ritenere che siete marito e moglie per compiere la volontà di Dio, che vi ha chiamato a questo stato, per condividere le gioia e le fatiche della vita, e per educare santamente la prole che Dio misericordioso vi darà.
Gli impegni del matrimonio
Col sacramento vi impegnate ad amarvi come il Signore vi ama. Tu, o uomo, sei obbligato ad amare come te stesso la compagna che Dio ti dà. Essa per te amor tuo lascia la casa paterna; lascia la presenza dei suoi cari e si affida a te. Tu pensa ad amarla, e guardati dal maltrattarla. Ah, troppo spesso succede che dopo alquanto tempo dal matrimonio, dopo che passano quei primi giorni di affetti, il marito diventa brutale e crudele verso la propria consorte. Non avvenga ciò di te. Guardati dal parlarle con ira, dall’offenderla con parole, dal rattristarla per inezie passeggiere. Considera che la moglie non è una schiava, ma compagna della tua vita, e pensa specialmente di rispettare quei giuramenti di perpetua fedeltà che tu le promettesti innanzi a Dio. Questi giuramenti sono sacri e solenni; Dio li ha raccolti e scritti nel libro della sua giustizia; guai a te se li tradisci!
Avete non pochi obblighi l’uno verso l’atra. Dovete amarvi non solo con tenerissimo amore, ma insieme con santo e riverenziale timore. Dovete amarvi e rispettarvi.
Non crediate che vi sia lecito di volervi mostrare l’uno superiore all’altra e di voler padroneggiare sull’altro, no. Tu, o donna, hai l’obbligo di obbedire, di eseguire con amore i comandi dello sposo che ti ama. Pensate che se non vi amate l’un l’altro sarete rei innanzi a Dio. Guardatevi perciò dall’offendervi con le parole. Pensa, o donna, che tu devi essere il sollievo e non l’afflizione del proprio marito. Se egli è allegro, guardati dal mostrarti malinconica; se egli è afflitto, confortalo con dolci parole; se egli è stanco dalle fatiche, aiutalo con le tue industrie; se talvolta ti torna a casa disturbato, tu fa’ che nella pace delle domestiche mura, e nel sorriso amorevole del tuo volto, ritrovi la serenità dello spirito. Vi è un altro grave obbligo che tu hai, o donna: non inquietare il marito per cercargli vanità e cose mondane; ma attendi con amore e posatezza alle cose domestiche, al sesto della propria casa, affinché il tuo consorte non abbia a rimanere profondamente sconfortato.
Ecco i grandi obblighi che avete l’uno verso l’altra. Ma che vi dirò io degli obblighi che voi potrete avere un giorno non lontano se al buon Dio piacerà di darvi figlioli? Oh, allora avrete di educare santamente e cristianamente la vostra prole; l’obbligo di dare ai figli il buon esempio, di educarli nel santo timore di Dio e di farne tanti onesti e virtuosi cittadini.
La grazia del matrimonio
Ma per adempiere a tanti doveri di sposi, di padre e di madre di famiglia, voi avete bisogno della divina grazia. Questa divina grazia vi fu conferita nel Sacramento del matrimonio; ora dovete custodirla e farla crescere con la preghiera e con le buone opere. Persuadetevi che ogni bene scende dal Cielo. Se voi volete che la vostra unione sia veramente santa e pacifica, levate gli occhi al Cielo e pregate. Se volete esattamente adempiere gli obblighi del proprio stato, imploratene da Dio gli aiuti necessari. Se volete formare una famiglia veramente cristiana, in cui regni la pace, l’ordine, la tranquillità, pensate di vivere col santo timore di Dio; procurate che il santo timore di Dio sia la base di tutte le vostre azioni; procurate che Gesù e Maria siano i padroni del vostro cuore, della vostra famiglia, della vostra casa, dei vostri averi. Frequentate i Sacramenti, recitate il santo Rosario ogni sera, sopportate con pazienza le contrarietà della vita, siate scrupolosi nell’osservanza dei precetti della Chiesa, e siate sicuri che vivendo in questo modo sarete felici per quanto in questa terra si può esserlo. Sarete infelici se vi allontanerete da questi insegnamenti, che io stamane come ministro del Signore vi ho dato. Scolpitevi perciò questi insegnamenti nel cuore e nella mente e metteteli in pratica, e non solo sarete felici in questa vita ma, quello che più importa, dopo questa vita acquisterete una felicità sempiterna nel Paradiso.