La Bolla di canonizzazione
Con questo decreto scritto a mano su sei fogli di pergamena con firma autografa ed il suo sigillo, papa Giovanni Paolo II ha proclamato ufficialmente Annibale Maria Di Francia santo e lo ha iscritto nell’albo dei santi della Chiesa Cattolica.
GIOVANNI PAOLO II Servo dei Servi di Dio a perpetua memoria
Il Beato Annibale Maria Di Francia impostò la sua vita e le sue opere ispirato da questo passo evangelico: Gesù “vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore senza pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi! Pregate dunque il Padrone della messe perché mandi operai nella sua messe»” (Mt 9, 36-38). La condivisione di questa compassione spinse il Beato a fare della sua esistenza un dono per i piccoli e derelitti, tanto da essere unanimemente chiamato “vero padre degli orfani e dei poveri”. Nell’esercizio di questa opera egli inoltre era persuaso che la loro povertà spirituale e materiale si potesse risolvere alla radice supplicando il Signore affinché si degnasse di mandare alla chiesa ed alla società numerosi e santi operai del Vangelo. Si impegnò perciò, con tutti i mezzi, affinché la preghiera per le vocazioni fosse costante ed universale, coinvolgendo Papi, Cardinali, Vescovi, Sacerdoti e fedeli in una sacra “crociata”, che poi raggiunse il suo coronamento quando Paolo VI nell’anno 1964 istituì la Giornata Mondiale di preghiera per le vocazioni. Per questo carisma il Beato Annibale Maria Di Francia da Noi è stato riconosciuto come apostolo della preghiera per le vocazioni e autentico anticipatore e zelante maestro della moderna pastorale vocazionale. Annibale Maria Di Francia nacque il 5 luglio 1851 a Messina da nobile famiglia. Fu battezzato due giorni dopo la nascita; e rimase orfano del padre quando aveva appena quindici mesi di età. Questa amara esperienza lo rese particolarmente sensibile e amorevole verso gli orfani ed i bambini abbandonati, caratterizzando tanto la sua vita che il suo metodo educativo. A sette anni fu messo nel Collegio dei Cistercensi, dove acquisì una tenera devozione verso la beatissima Vergine Maria e si dimostrò incline alla pietà eucaristica, tanto da ottenere il permesso, allora raro, di accostarsi quotidianamente alla Santa Comunione. Giovanissimo, mentre era in adorazione davanti al Santissimo Sacramento, ebbe l’illuminazione, che si può definire “Intelligenza del Rogate”, scoprendo la necessità primaria della preghiera per ottenere le vocazioni, che divenne il suo carisma e lo scopo della sua vita. In seguito lesse il versetto del Vangelo: “La messe è molta, ma gli operai sono pochi; pregate dunque il Padrone della messe affinché mandi operai nella sua messe” (Mt 9,38; Lc 10,2) scoprendo così che il Rogate non è una semplice esortazione, ma un “esplicito comando” di Gesù e quindi un “rimedio infallibile” per il bene della Chiesa e della società. Tale ispirazione incise profondamente ed in modo determinante nel suo cammino spirituale e fu certamente alla base della sua scelta di vita. All’età di diciotto anni vestì l’abito talare, perché aveva sentito impellente la vocazione del Signore, che egli stesso definì “improvvisa, irresistibile, sicurissima”. Fornito di acuto ingegno, Annibale Maria manifestò subito notevoli capacità di scrittore, di giornalista e di poeta, tanto da essere considerato una promessa di sicura e splendida carriera letteraria nei circoli culturali della sua città. Egli tuttavia, impiegò con zelo questi talenti per rendere più facile il suo ministero pastorale Il 16 marzo 1878 fu ordinato sacerdote. Qualche mese prima aveva avuto il provvidenziale incontro con un povero cieco, che gli indicò l’esistenza del più malfamato quartiere di Messina, chiamate volgarmente “Le Case Avignone”, dove da sacerdote, superando ogni genere di intolleranze e difficoltà, andò non soltanto a sollevare i poveri, ma anche ad abitare e vivere con loro e secondo le loro condizioni, trasmettendo a quella turba di miseri l’apostolato della preghiera “Rogate”, per diffondere la quale Padre Annibale Maria nell’anno 1897 istituì la “Sacra Alleanza Sacerdotale” per i Cardinali, Vescovi, Prelati e Sacerdoti, e la “Pia Unione della Rogazione Evangelica” per tutti i fedeli. Fondò gli Orfanotrofi femminili e maschili, che in omaggio al Santo di Padova chiamò “Antoniani”; inoltre fondò le Congregazioni delle Suore Figlie del Divino Zelo nel 1887 e dei Padri Rogazionisti del Cuore di Gesù nel 1897, alle quali trasmise il suo carisma della “intelligenza e zelo del Rogate”, che costituisce il loro quarto voto, con il quale essi si impegnano a pregare quotidianamente per le vocazioni, a promuoverle, a propagare dovunque questo spirito di preghiera e ad orientare ogni attività apostolica allo scopo di rendersi buoni operai per l’avvento del Regno di Dio, specialmente con l’esercizio delle opere di carità spirituale e temporale a favore dei piccoli e dei poveri. Padre Annibale era solito dire che è necessario chiedere al Signore che susciti, oltre le vocazioni di speciale consacrazione, anche vocazioni tra laici impegnati perché anche essi sono “operai della messe”. Egli esortava i giovani in cammino vocazionale alla fedeltà e perseveranza con la seguente esortazione: “Innamoratevi di Gesù Cristo!”. Si addormentò nel Signore a Messina il 1° giugno 1927 circondato da una diffusa fama di santità, riconosciutagli da ogni categoria di persone. La Causa di canonizzazione cominciata a Messina e, conclusisi i processi canonici, il 7 Ottobre 1990 Noi stessi lo abbiamo iscritto nell’albo dei Beati. Il 22 Febbraio 2004 abbiamo comandato di divulgare il decreto sul miracolo avvenuto nelle Isole Filippine nell’anno 1993. Nel Concistoro del 21 febbraio dello stesso anno 2004 abbiamo stabilito che il rito della canonizzazione avvenisse il 16 del seguente mese di maggio. Oggi quindi nella piazza antistante la Patriarcale Basilica Vaticana, durante la solenne messa abbiamo pronunciato la seguente formula: In onore della Santa ed Indivisibile Trinità, ad esaltazione della fede cattolica e ad incremento della vita cristiana, per l’autorità del Signore nostro Gesù Cristo, dei beati Apostoli Pietro e Paolo e Nostra, dopo matura e ponderata decisione e, dal divino aiuto più spesso implorato e, per consiglio di molti Nostri Fratelli, riteniamo e definiamo che i beati Luigi Orione, Annibale Maria Di Francia, Giuseppe Manyanet y Vives, Nimatulla Al-Hardini, Paola Elisabetta Cerioli, Giovanna Beretta Molla sono Santi e li inseriamo nell’elenco dei Santi riconosciuti da dover essere onorati con religiosa devozione, tra i Santi, nella Chiesa universale. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Ciò detto sulla vita, le virtù e le opere di questo insigne uomo e rese grazie a Dio, abbiamo invocato il suo celeste patrocinio, abbiamo esortato tutti i fedeli ad imitare devotamente le virtù di questo santo ed abbiamo continuato a celebrare con rito più solenne il divino sacrificio in suo onore. Ciò che con queste parole abbiamo decretato vogliamo sia stabile ed immutabile oggi e in futuro anche se qualsiasi cosa contraria minimamente ostacoli. Dato a Roma presso S.Pietro, il giorno 16 maggio nell’anno del Signore duemila e quattro, ventiseiesimo del nostro Pontificato.
Il Beato Annibale Maria Di Francia impostò la sua vita e le sue opere ispirato da questo passo evangelico: Gesù “vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore senza pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi! Pregate dunque il Padrone della messe perché mandi operai nella sua messe»” (Mt 9, 36-38). La condivisione di questa compassione spinse il Beato a fare della sua esistenza un dono per i piccoli e derelitti, tanto da essere unanimemente chiamato “vero padre degli orfani e dei poveri”. Nell’esercizio di questa opera egli inoltre era persuaso che la loro povertà spirituale e materiale si potesse risolvere alla radice supplicando il Signore affinché si degnasse di mandare alla chiesa ed alla società numerosi e santi operai del Vangelo. Si impegnò perciò, con tutti i mezzi, affinché la preghiera per le vocazioni fosse costante ed universale, coinvolgendo Papi, Cardinali, Vescovi, Sacerdoti e fedeli in una sacra “crociata”, che poi raggiunse il suo coronamento quando Paolo VI nell’anno 1964 istituì la Giornata Mondiale di preghiera per le vocazioni. Per questo carisma il Beato Annibale Maria Di Francia da Noi è stato riconosciuto come apostolo della preghiera per le vocazioni e autentico anticipatore e zelante maestro della moderna pastorale vocazionale. Annibale Maria Di Francia nacque il 5 luglio 1851 a Messina da nobile famiglia. Fu battezzato due giorni dopo la nascita; e rimase orfano del padre quando aveva appena quindici mesi di età. Questa amara esperienza lo rese particolarmente sensibile e amorevole verso gli orfani ed i bambini abbandonati, caratterizzando tanto la sua vita che il suo metodo educativo. A sette anni fu messo nel Collegio dei Cistercensi, dove acquisì una tenera devozione verso la beatissima Vergine Maria e si dimostrò incline alla pietà eucaristica, tanto da ottenere il permesso, allora raro, di accostarsi quotidianamente alla Santa Comunione. Giovanissimo, mentre era in adorazione davanti al Santissimo Sacramento, ebbe l’illuminazione, che si può definire “Intelligenza del Rogate”, scoprendo la necessità primaria della preghiera per ottenere le vocazioni, che divenne il suo carisma e lo scopo della sua vita. In seguito lesse il versetto del Vangelo: “La messe è molta, ma gli operai sono pochi; pregate dunque il Padrone della messe affinché mandi operai nella sua messe” (Mt 9,38; Lc 10,2) scoprendo così che il Rogate non è una semplice esortazione, ma un “esplicito comando” di Gesù e quindi un “rimedio infallibile” per il bene della Chiesa e della società. Tale ispirazione incise profondamente ed in modo determinante nel suo cammino spirituale e fu certamente alla base della sua scelta di vita. All’età di diciotto anni vestì l’abito talare, perché aveva sentito impellente la vocazione del Signore, che egli stesso definì “improvvisa, irresistibile, sicurissima”. Fornito di acuto ingegno, Annibale Maria manifestò subito notevoli capacità di scrittore, di giornalista e di poeta, tanto da essere considerato una promessa di sicura e splendida carriera letteraria nei circoli culturali della sua città. Egli tuttavia, impiegò con zelo questi talenti per rendere più facile il suo ministero pastorale Il 16 marzo 1878 fu ordinato sacerdote. Qualche mese prima aveva avuto il provvidenziale incontro con un povero cieco, che gli indicò l’esistenza del più malfamato quartiere di Messina, chiamate volgarmente “Le Case Avignone”, dove da sacerdote, superando ogni genere di intolleranze e difficoltà, andò non soltanto a sollevare i poveri, ma anche ad abitare e vivere con loro e secondo le loro condizioni, trasmettendo a quella turba di miseri l’apostolato della preghiera “Rogate”, per diffondere la quale Padre Annibale Maria nell’anno 1897 istituì la “Sacra Alleanza Sacerdotale” per i Cardinali, Vescovi, Prelati e Sacerdoti, e la “Pia Unione della Rogazione Evangelica” per tutti i fedeli. Fondò gli Orfanotrofi femminili e maschili, che in omaggio al Santo di Padova chiamò “Antoniani”; inoltre fondò le Congregazioni delle Suore Figlie del Divino Zelo nel 1887 e dei Padri Rogazionisti del Cuore di Gesù nel 1897, alle quali trasmise il suo carisma della “intelligenza e zelo del Rogate”, che costituisce il loro quarto voto, con il quale essi si impegnano a pregare quotidianamente per le vocazioni, a promuoverle, a propagare dovunque questo spirito di preghiera e ad orientare ogni attività apostolica allo scopo di rendersi buoni operai per l’avvento del Regno di Dio, specialmente con l’esercizio delle opere di carità spirituale e temporale a favore dei piccoli e dei poveri. Padre Annibale era solito dire che è necessario chiedere al Signore che susciti, oltre le vocazioni di speciale consacrazione, anche vocazioni tra laici impegnati perché anche essi sono “operai della messe”. Egli esortava i giovani in cammino vocazionale alla fedeltà e perseveranza con la seguente esortazione: “Innamoratevi di Gesù Cristo!”. Si addormentò nel Signore a Messina il 1° giugno 1927 circondato da una diffusa fama di santità, riconosciutagli da ogni categoria di persone. La Causa di canonizzazione cominciata a Messina e, conclusisi i processi canonici, il 7 Ottobre 1990 Noi stessi lo abbiamo iscritto nell’albo dei Beati. Il 22 Febbraio 2004 abbiamo comandato di divulgare il decreto sul miracolo avvenuto nelle Isole Filippine nell’anno 1993. Nel Concistoro del 21 febbraio dello stesso anno 2004 abbiamo stabilito che il rito della canonizzazione avvenisse il 16 del seguente mese di maggio. Oggi quindi nella piazza antistante la Patriarcale Basilica Vaticana, durante la solenne messa abbiamo pronunciato la seguente formula: In onore della Santa ed Indivisibile Trinità, ad esaltazione della fede cattolica e ad incremento della vita cristiana, per l’autorità del Signore nostro Gesù Cristo, dei beati Apostoli Pietro e Paolo e Nostra, dopo matura e ponderata decisione e, dal divino aiuto più spesso implorato e, per consiglio di molti Nostri Fratelli, riteniamo e definiamo che i beati Luigi Orione, Annibale Maria Di Francia, Giuseppe Manyanet y Vives, Nimatulla Al-Hardini, Paola Elisabetta Cerioli, Giovanna Beretta Molla sono Santi e li inseriamo nell’elenco dei Santi riconosciuti da dover essere onorati con religiosa devozione, tra i Santi, nella Chiesa universale. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Ciò detto sulla vita, le virtù e le opere di questo insigne uomo e rese grazie a Dio, abbiamo invocato il suo celeste patrocinio, abbiamo esortato tutti i fedeli ad imitare devotamente le virtù di questo santo ed abbiamo continuato a celebrare con rito più solenne il divino sacrificio in suo onore. Ciò che con queste parole abbiamo decretato vogliamo sia stabile ed immutabile oggi e in futuro anche se qualsiasi cosa contraria minimamente ostacoli. Dato a Roma presso S.Pietro, il giorno 16 maggio nell’anno del Signore duemila e quattro, ventiseiesimo del nostro Pontificato.
Io Giovanni Paolo Vescovo della Chiesa Cattolica