Messaggio dei Superiori generali
Roma, piazza S. Pietro, 16 maggio 2004, VI Domenica di Pasqua
A tutta la Famiglia Rogazionista
In primo luogo attenderò a santificare me stesso, affinché possa fruttuosamente lavorare alla santificazione e salvezza altrui. Principio di santità è la parola uscita dal Divino Zelo del Cuore di Gesù: “Rogate ergo Dominum messis ut mittat operarios in messem suam” e se noi dilatiamo il nostro cuore in questa carità divina, avremo adempiuto a tutti gli uffici dei buoni operai evangelici! (Sant’Annibale)
Carissimi/e,
viviamo lo storico evento dell’odierna canonizzazione del nostro Fondatore, Padre Annibale Maria Di Francia, come un giorno assolutamente straordinario di festa e di gioia, coscienti e partecipi del mistero di grazia che ci viene donato.
Oggi si corona nel trionfo di piazza S. Pietro il cammino di canonizzazione del nostro Padre avviato, possiamo dire, il giorno stesso della sua morte quando i numerosissimi fedeli, accorsi nel Tempio della Rogazione Evangelica di Messina, già lo acclamavano “Santo!”.
Dal solenne annuncio dato dal Santo Padre, Giovanni Paolo II, durante il concistoro del 19 febbraio scorso, sono passati velocemente i giorni dell’attesa e della preparazione. All’iniziale esultanza di allora è seguito subito, dovunque, l’impegno per preparare l’evento e viverlo nel modo migliore.
Sono numerose e lodevoli le manifestazioni che in queste settimane si sono svolte dappertutto; altre ne seguiranno nelle settimane successive per far risuonare la festa e rendere grazie al Signore.
Tutti noi, fratelli e sorelle, riuniti fisicamente o spiritualmente con il Santo Padre in piazza S. Pietro a Roma per la solenne celebrazione dell’Eucaristia e il rito della Canonizzazione, siamo pervasi da un fremito di esultanza che raggiungerà il suo apice allo srotolarsi dell’arazzo che svelerà al cospetto della Chiesa il volto del nostro Padre finalmente “Santo”.
Da oltre dieci anni lo invochiamo “beato”, legittimati a venerare la sua santità nella famiglia rogazionista; da questo momento lo invocheremo “santo”, noi con tutto il Popolo di Dio.
Carissimi/e, non cessiamo di lodare e benedire il Signore perché ci ha concesso questo grande dono, dono preparato ed atteso e, tuttavia, giunto quasi improvviso, come spesso avviene per gli eventi voluti da Dio.
Il nostro ringraziamento va in particolare a Giovanni Paolo II che, dopo aver beatificato il Padre Annibale il 7 ottobre 1990, eleva oggi il “buon operaio della messe” alla gloria degli altari. La nostra gratitudine va, inoltre, a quanti hanno preparato e reso possibile questo giorno.
Contemplando il volto trasfigurato nella gloria del nostro Fondatore e percependo oggi più forte che mai la sua paterna presenza tra noi, confermiamo e consolidiamo la nostra comunione con lui, così che diventi sempre più ammirazione, gratitudine, imitazione e sequela.
La nostra appartenenza alla Famiglia del Rogate, come consacrati e laici, lo sappiamo bene, vuol dire principalmente essere “figli” di Padre Annibale. Lui, che fin dall’inizio della Pia Opera è stato “il Padre”, è entrato come tale nella storia e nella vita di ciascuno di noi, quando abbiamo maturato la scelta “rogazionista”, secondo la nostra particolare vocazione. Ne abbiamo ammirato gli esempi, abbiamo accolto il suo insegnamento, abbiamo scoperto la sua profetica testimonianza, siamo stati attratti dalla sua persona, lo abbiamo riconosciuto come “il Padre” della nostra famiglia.
Avvertiamo fortemente in questa singolare giornata che la proclamazione della sua santità tocca e riguarda ciascuno di noi, perché “il Padre” non può staccarsi dai suoi “figli”, dalla “sua famiglia”. È anche questo il senso profondo del nostro confluire in piazza S. Pietro per partecipare alla gioia di tutta la Chiesa che dichiara solennemente la santità di sei suoi figli. Per noi questo evento costituisce il riconoscimento ecclesiale e pubblico della “nuova via di santità” che abbiamo scelto di seguire ripercorrendo le orme di Padre Annibale, dietro i passi del Cristo del Rogate.
Proclamato Santo e Maestro di santità, siamo impegnati a dare visibilità a Padre Annibale nella nostra vita e nei nostri ambienti, con le parole e con gli scritti, fra noi e con le persone che avviciniamo nel ministero e nell’apostolato. Ne diffonderemo il culto, faremo conoscere la sua straordinaria figura, inviteremo i fedeli, oggi più che mai, a ricorrere alla sua intercessione. Egli sarà a maggior titolo il nostro protettore ed avvocato, il nostro grande intercessore e modello, il riferimento familiare della nostra esistenza.
Il grazie e l’impegno corale della Famiglia del Rogate non si esauriscano nelle celebrazioni e nella festa di questi giorni. Siano vissuti nelle comunità e da ciascuno di noi con sempre rinnovata intensità.
Rivolgiamo a lui la nostra preghiera.
O Sant’Annibale, innamorato di Gesù Cristo, tu hai risposto generosamente alla sua Parola che ti chiamava alla santità con l’intuizione del Rogate. La tua vita è per noi modello di supplica incessante per i buoni operai, di attenzione profetica ad ogni vocazione nella Chiesa, e di compassione per i piccoli e i poveri. Concedi anche a noi di seguire come te il Cristo del Rogate; ravviva in noi lo zelo per la preghiera e l’ardore caritativo e apostolico; rendici costruttori di comunione e gioiosi nella condivisione del carisma con tutta la famiglia del Rogate.
La Vergine Maria, da te invocata come Madre della Rogazione evangelica, guidi il nostro cammino a lode e gloria del nome del Suo Figlio Gesù Cristo nostro Signore. Amen.
P.Giorgio Nalin, R.C.J,Superiore Generale
M.Diodata Guerrera, F.D.Z. Superiora Generale